Nave romana di Santo Stefano al Mare

NAVE ROMANA SANTO STEFANO
DATI TECNICI
Periodo: tra I secolo a.C e I secolo d.C
Lunghezza: 15 m
Profondità: 60 m
Larghezza: 7 m
Fondale: sabbioso
Carico: anfore Dressel 1A

Il relitto di una nave romana che trasportava anfore, presumibilmente risalenti al periodo tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., è stato scoperto, a una sessantina di metri al largo del porto di Aregai, a Santo Stefano al Mare, da Davide Mottola e Luigi Borghi, durante un sopralluogo dei fondali alla ricerca di nuovi siti di immersione.


LA SCOPERTA

Poteva essere un giorno come tanti, quel 25 agosto 2006 ma il destino volle che fosse uno dei giorni più belli della mia vita!

Era un venerdì, con Davide Mottola titolare del diving Nautilus TDC con cui collaboro ormai da qualche anno, decidemmo di concederci un giornata di svago così, armata la motonave Cardellino con due robuste canne da pesca alla traina, e un ormai collaudato “stim” salpammo da Aregai senza una meta precisa!

Pescare è divertente ma quando i pesci non vogliono collaborare diventa noioso, perciò decidemmo nel frattempo di scandagliare una zona intorno ai 60 mt di profondità per trovare nuovi siti di immersione per corsi tecnici. Non sembrava un gran giorno, né per la pesca né per la ricerca, ma l’importante era rilassarsi, perciò tra due chiacchiere sulla stagione e un caffè guardavamo pigramente, Davide le canne ed io l’ecoscandaglio, con un tracciato molto simile ad un encefalogramma piatto. Ma ecco che ad un tratto appare un segnale sull’eco, non un gran segnale però abbastanza strano, una massa non enorme, ma con gran segnale di pesce! Ripasso sul punto un paio di volte per centrarlo bene, non è poi così piccolo come segnale… ma poi tutto quel pesce! Non so perché ma quel segnale ci incuriosì, così proposi a Davide di scendere a vedere. Perciò per l’ennesima volta passammo sul punto, ma questa volta buttai un “pedagno” (galleggiante con un centinaio di mt di sagola e un piombo da 2 kg circa) su cui poter scendere, indossai senza indugio l’attrezzatura sempre pronta all’uso e mi buttai! C’era corrente, sgonfiai il jacket e scesi pinneggiando, cercavo di scendere il più veloce possibile, ma purtroppo una volta sul fondo grande delusione, il piombo era nella sabbia! Che fare, oramai ero li, guardo lo strumento, 60mt, mi guardo intorno e vedo la scia del piombo che striscia nel fango, accidenti alla corrente, non mi rimane che seguire la traccia nel fango! Sono fortunato, nella penombra del fondo vedo una forma più scura, lo scoglio! Accelero i contorni si fanno più nitidi ed ecco che all’improvviso mi appare una bocca rotonda, un tubo, penso, un colpo di pinna e sono sopra lo scoglio… sorpresa e meraviglia, non è uno scoglio ma una distesa di anfore romane! Belle, intere, a occhio un centinaio, una meraviglia, il cuore mi batte forte, temo di essere in narcosi, ci navigo sopra non mi capacito, ne tocco una, probabilmente dall’ultima volta che un uomo l’ha toccata sono passati 2000 anni, sono felice... che c….!

Bellissime le anfore, ma anche gli attuali abitanti non sono da meno, nuvole di Anthias rossi, gronghi enormi, mustelle, capponi, gattucci e aragoste che fanno capolino dai colli e dalle spugne di tutti i tipi e colori! Lo stupore e la meraviglia mi hanno distolto dallo strumento, devo risalire, la decompressione è tanta, per fortuna mi sono portato l’ossigeno; la decompressione non finisce mai, non vedo l’ora di dirlo a Davide! Finalmente risalgo, Davide mi aspetta ansioso di sapere, mi tolgo la maschera, faccio uno sguardo deluso e gli dico: “abbiamo fatto una fangata… ma abbiamo trovato un relitto romano!” Non ho ancora finito di parlare che ha già le bombole sulla schiena e si sta tuffando!

Il resto ormai è storia, denunciato il sito al sopraintendente ai beni culturali, la guardia di finanza si è incaricata insieme a noi del recupero di un esemplare, confermando che si tratta di un’anfora Dressel I a, del II secolo a.C. usata su navi onerarie per il trasporto di vino e olio, ora custodita nel museo della città di Imperia, non sappiamo ancora cosa ne sarà del sito, Davide ed io siamo stati nominati custodi onorari... e aspettiamo sviluppi!

Mi piacerebbe vedere una morale in tutto ciò che é accaduto, ma una cosa mi piace pensare, che chi ama e rispetta il mare, dal mare viene premiato!

di Gigi Borghi

 
TESTIMONIANZE

Imperia: scoperto in mare relitto di una nave romana - Redazione Radio Amicizia

Il relitto di una nave romana che trasportava anfore, presumibilmente risalenti al periodo tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., è stato scoperto, a una sessantina di metri al largo del porto di Aregai, a Santo Stefano al mare (Imperia) da due istruttori sub del diving 'Nautilus Tdc', durante un sopralluogo dei fondali. La scoperta archeologica risale a venerdì scorso, ma la notizia è trapelata soltanto oggi, dopo la comunicazione ufficiale del ritrovamento alla Guardia di finanza e al Ministero per i Beni Ambientali. Protagonisti della scoperta sono Davide Mottola, 33 anni, di Imperia e Luigi Borghi, 53, di Sanremo. "Stavamo perlustrando il fondale a circa due miglia dalla costa, alla ricerca di nuovi siti per le immersioni - spiegano i due sub - quando abbiamo visto affiorare dalla sabbia un tesoro archeologico ricchissimo: il relitto di una nave romana adagiata a 60 metri di profondità". La nave, lunga una trentina di metri e larga dieci, trasportava con ogni probabilità anfore del tipo "Dressel 1A", alte 110 centimetri utilizzate, tra il I secolo a.C. ed il I d.C., per il trasporto di vino, e si stima che la nave ne trasportasse circa 3.500. Sarà presto avviata una campagna di ricerca e di scavo sul relitto per recuperare alcune anfore e altri reperti, in modo da datarli con precisione e cercare di ricostruirne la storia. Alla Guardia di Finanza i due sub hanno consegnato una videocassetta, ritenuta attendibile, con le prime immagini del relitto.


Santo Stefano: la giornata di recupero della prima anfora - Carlo Alessi [sanremonews.it]

"E’ stata una lunga e dura giornata, ma ricca di soddisfazione": in questo modo Davide Mottola, uno dei due istruttori del diving center ‘Nautilus’ di Santo Stefano al Mare, ci ha descritto il recupero di un’anfora dalla nave romana, trovata a largo della cittadina rivierasca, come anticipato dal nostro giornale, la settimana scorsa. Al recupero hanno partecipato 5 mezzi mezzi della Guardia di Finanza, tra cui due elicotteri per le riprese dall’alto, effettuate dal programma televisivo di Rai Uno ‘Linea Blu’. Sono state fatte prima le riprese dall’alto mentre, poco dopo, su una delle imbarcazioni della Guardia di Finanza, Donatella Bianchi (la conduttrice di ‘Linea Blu’) ha effettuato le interviste agli ufficiali delle Fiamme Gialle, che hanno coordinato la giornata. E’ quindi toccato ai sub ed i primi a scendere in acqua sono stati i due cameraman della trasmissione. Subito dietro due sub della Guardia di Finanza, insieme a Davide Mottola e Luigi Borghi (nelle foto), i due istruttori che hanno effettuato il ritrovamento, oltre ad un sub di assistenza. A scopo dimostrativo è stata recuperata un’anfora, poi portata in superficie, caricandola su una delle imbarcazioni delle Fiamme gialle. L’operazione, iniziata alle 10, è terminata verso le 16. La registrazione andrà in onda all’interno di ‘Linea Blu’ del 16 settembre.