Bombardiere FIAT BR 20

AEREO FIAT BR 20 CICOGNA 
DATI TECNICI
Tipo: Cacciabombardiere
Lunghezza: 16,75 m
Anno di costruzione: 1937
Apertura alare: 21,6 m
Nazionalità: Italiana
Apparato motore: 2 motori ad elica
Data di affondamento: 13 giugno 1940
Armamento: 2 mitragliatrici Breda da 7,7 mm, 1 mitragliatrice Breda da 12,7 mm e 1600 kg di bombe
Membri di equipaggio: 5
 
Profondità: 47 m
 
Fondale: sabbia
 

Caduto durante la II guerra mondiale, il Fiat BR20 è stato il primo bombardiere italiano ad essere costruito interamente in metallo. Addormentatosi ad una profondità  di 47 m, proprio davanti a S. Stefano al mare (tra Imperia e Sanremo), offre la possibilità di ammirare, nella loro sorprendente integrità, la mitragliatrice, i proiettili e tutte e due le eliche. Oltre all'indiscusso interesse storico, quest'immersione è notevole anche dal punto di vista biologico: la struttura dell'aereo è diventata infatti un rifugio per molte specie marine che si possono facilmente incontrare immergendosi su questo indimenticabile relitto..

Ecco il link con un interessante articolo sul relitto: https://www.underwatertales.net/2021/02/20/immersione-a-santo-stefano-al-mare-il-relitto-dellaereo-br-20/

  

  


La Storia del relitto - di Flavio Favero

Il BR.20 fu il primo bombardiere interamente metallico Italiano. Volò nel febbraio del 1936 ed entrò nelle file della Regia Aereonautica nel settembre successivo dopo un ciclo di valutazioni durato circa sei mesi. Partecipò alla guerra in Spagna dal giugno del 1937 come bombardiere con due squadriglie ottenendo buoni risultati. Nel 1939 venne realizzata la variante M, caratterizzata da una più ampia vetratura del muso e da una migliore disposizione dell'armamento difensivo in torretta. Fu utilizzato nel corso del conflitto civile spagnolo ed ebbe largo impiego in vari teatri di operazioni della II Guerra Mondiale: in particolare sul fronte della Manica, in Grecia, in Africa settentrionale e nel corso della campagna di Russia. Dalla versione base fu sviluppata quella bis su cui erano montati i più potenti motori Fiat A.82 RC.42 da 1.250 CV ma ne furono prodotti solo una quindicina di esemplari nel 1943. Altri 82 esemplari furono venduti al Giappone che li utilizzò in Manciuria e in Cina. Si dimostrò superato già all'inizio della guerra e passò ben presto dal bombardamento alla ricognizione, all'addestramento ed alla scorta ai convogli. Tuttavia, nel bombardamento, grazie alla più razionale disposizione delle bombe, ottenne risultati migliori di quelli del più celebrato S.79. Trasportava un carico di bombe di 1.600 kg, era armato con una mitragliatrice calibro 7.7 sulla torretta anteriore, una mitragliatrice calibro 7.7 sul ventre e nel modello in questione una mitragliatrice calibro 12.7 in torretta superiore girevole tipo M1 (questa mitragliatrice è ancora in posizione sul relitto come lo è una cassetta di munizioni). L'apparecchio aveva una larghezza massima di 21.56 m, una lunghezza di 16.17 metri, un'altezza di 4,30 m, con una superficie totale portante di 74 mq. Il BR20 era motorizzato con due motori stellari Fiat A.80 R.C.41 con doppia raggiera di cilindri da 1000 cv ciascuno, le eliche, con un diametro di 3,54 mt, sono di tipo Fiat in duralluminio a passo comandabile in volo dai piloti nella cabina. La velocità massima conseguita a 4000 m è stata di 393 Km/h a 2030 giri, mentre l'autonomia era di 3.000 Km. 

Il 13 Giugno del 1940 il cacciabombardiere MM 21505 faceva parte dello sfortunato 43° Gruppo d'assalto che, decollato dal campo di Cascina Vaga nel pavese, giunse in ritardo sull'obiettivo stabilito: l'aeroporto di Fayence. Il bombardamento della zona comprendente la base navale di Tolone e i campi d'aviazione di Hyeres e St. Mandrier era già iniziato nella mattinata con l'impiego di altre 10 unità facenti parte dello stesso 13° stormo. Le condizioni atmosferiche avverse furono causa del ritardo ed i caccia italiani impegnati nei combattimenti contro quelli francesi erano ormai dovuti rientrare. Tre Dewoitine D520 nemici comandati dall'asso dell'aria Maresciallo Pierre Le Gloan erano in agguato ed attaccarono i due BR 20 della 3a squadriglia ormai separati dagli altri. L'MM 21505 fu abbattuto ed i superstiti, pur lanciandosi col paracadute, perirono, chi durante la discesa, chi disperso in mare e chi linciato dalla folla una volta a terra. Si salvò soltanto il 1° av. Vanuzzo accolto dalla proprietaria del giardino privato in cui ebbe la fortuna di atterrare. L'MM 21503 comandato dal ten. Catalano (il nostro relitto, probabilmente l`unico esemplare ancora esistente al mondo), ripetutamente colpito dal D520 di Le Gloan, scelse di seguire la costa a bassa quota sorvolando Sanremo fino ad ammarare a S. Stefano al Mare, dato che, con il solo motore sinistro semi funzionante e la mitragliera dorsale fuori uso, non poteva superare le Alpi. Si inabissò quasi subito trascinando con sè l'armiere Tommaso Ferrari, il marconista Salvatore Gaeta ed il tenente pilota Simone Catalano. Il 2° pilota Maresciallo Ottavio Aliani era ai comandi al posto del ten. Catalano ormai senza conoscenza per il ferimento riportato nello scontro. Fu l'unico superstite insieme al 1° av. motorista Farris raccolti dopo due ore di permanenza in acqua dai natanti della costa usciti a prestare soccorso. Il ten. Catalano, a cui fu conferita la M.O. al V.M., s'inabissò con il suo velivolo nonostante gli sforzi di Aliani e Farris nel tentativo di salvarlo. Perirono anche il serg. maggiore armiere Ferrari ed il 1° av. marconista Gaeta.